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Congregazione per l’educazione cattolica, Educare oggi e domani. Una passione che si rinnova. Instrumentum laboris, 2014
“Ai docenti e ai dirigenti si chiede molto. Si desidera che abbiano la capacità di creare, di inventare e di gestire ambienti di apprendimento ricchi di opportunità; si vuole che essi siano in grado di rispettare le diversità di intelligenze… chi insegna deve saper affrontare situazioni problematiche che richiedono una elevata professionalità e preparazione. Per essere all’altezza di simili attese è necessario che tali compiti non siano lasciati alla responsabilità individuale…”.
Quali competenze e professionalità sono richieste all’insegnante della scuola dell’infanzia FISM, oggi? Quale profilo umano, culturale, spirituale?
Docenti competenti, motivati, educatori che sanno stare in relazione positiva con i bambini, le famiglie, i colleghi sono fondamentali per la realizzazione del Progetto educativo di una scuola, nella consapevolezza, appunto, che il loro lavoro quotidiano è una straordinaria risorsa da valorizzare, in un contesto complesso e non privo di difficoltà. Stiamo assistendo ad un cambiamento ormai rapido del corpo docente delle nostre scuole: la responsabilità laicale deve, perciò, sempre più essere qualificata e riconosciuta.
L’insegnante della scuola Fism è insegnante in una scuola cattolica o d’ispirazione cristiana. È, dunque, un professionista dell’istruzione e dell’educazione, un educatore cristiano, mediatore di uno specifico Progetto educativo, personalmente impegnato in un cammino di crescita umana, professionale, spirituale. La competenza professionale, accompagnata da specifiche attitudini e maturata nell’iter formativo richiede, si sostanzia in diversi ambiti: un’adeguata conoscenza di contenuti e metodi d’insegnamento, l’apertura all’innovazione e all’aggiornamento, la consapevolezza del valore del rapporto educativo, sensibilmente praticato con ogni bambino, la capacità di lavoro collegiale, il possesso di doti relazionali e comunicative, la sensibilità per le dinamiche del contesto sociale e culturale…
Tutto ciò sarebbe solo un lungo elenco di traguardi forse irraggiungibili, se non fosse collocato nell’orizzonte della speranza cristiana, secondo la quale la persona umana è sempre educabile e orientata al bene, e le realtà umane ed educative possono essere luoghi di visibile fraternità, amore e carità.
“Si può così parlare di spiritualità dell’insegnante … dal momento che il suo lavoro rappresenta una vera e propria forma di apostolato e si può sottolineare il fatto che vi sono atteggiamenti e virtù che possono ispirare e orientare il suo impegno e la sua testimonianza educativa, conferendole particolare trasparenza, vigore e persuasività”[1] : nella relazione con i bambini, con i genitori – con i quali è da ricercare costantemente l’incontro, la corresponsabilità – con i colleghi, l’insegnante “si ispira profondamente allo stile di Gesù nei suoi rapporti con le persone che incontrava”[2]
Consiglio nazionale della Scuola Cattolica – CEI, Essere insegnanti di scuola cattolica, 2008, p. 11
[1] Consiglio nazionale della Scuola Cattolica – CEI, Essere insegnanti di scuola cattolica, 2008, p. 11
[2] Ibid, p. 13