Essere insegnanti di scuola cattolica, Consiglio Nazionale Scuola Cattolica, 2008
Per una corretta impostazione della riflessione sulla figura del docente di scuola cattolica è necessario sottolineare fin dall’inizio che egli deve essere considerato come una persona che è inserita ed agisce all’interno di una comunità educante. Questa caratteristica, come insegnano i vescovi italiani, rientra tra i tratti tipici della scuola cattolica. Infatti, “la comunità educante, costituita da tutti coloro che in qualche modo partecipano alla vita della Scuola Cattolica, è il centro propulsore e responsabile di tutta l’esperienza educativa e culturale, in un dialogo aperto e continuo con la comunità ecclesiale di cui è e deve sentirsi parte viva” CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, La scuola cattolica, oggi, in Italia, 25 agosto 1983, n. 34.In questo contesto, in riferimento alla figura del docente, per libertà si intende la libertà professionale autentica (dalla libertà di insegnamento alla libertà associativa), da esercitarsi comunque sempre in modo responsabile all’interno del Progetto educativo fatto proprio dalla scuola cattolica. Tutto ciò suppone nell’insegnante autenticità di motivazioni all’esercizio dell’attività educativa.In terzo luogo, non va trascurata la relazione tra insegnanti, che è significativa espressione di una coesa comunità professionale e spirituale, finalizzata all’educazione dei giovani. Questa specifica dimensione comunitaria si fonda sulla concreta collaborazione tra docenti, che può produrre risultati in almeno due direzioni: come occasione di autoformazione per gli insegnanti e come visibile testimonianza nei confronti degli studenti e dei genitori. La stessa efficacia dell’azione didattica dei docenti ne uscirebbe rafforzata CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, Educare insieme nella scuola cattolica, n.7.Infine, perché la riflessione sulla comunità educante e gli insegnanti della scuola cattolica sia completa non si deve dimenticare il rapporto che lega questi ultimi alla realtà ecclesiale. Tale rapporto è reale e significativo nella misura in cui, da una parte, l’insegnante vive un’autentica esperienza di comunione partecipando alla vita della Chiesa locale di appartenenza e, dall’altra, si crea una situazione per cui la stessa comunità cristiana è in grado di riconoscere e apprezzare il significato e il valore civile ed ecclesiale del servizio professionale offerto dai docenti della scuola cattolica inteso come un vero e proprio ministero ecclesiale.
In coerenza con questa corresponsabilità educativa, la comunità educante si apre alle realtà esterne alla singola scuola cattolica. Una molteplicità di legami unisce ciascuna scuola cattolica a mondi diversi: da un lato, sul versante ecclesiale, si può ricordare la relazione con i carismi congregazionali e le aggregazioni laicali, che significa attenzione ai profili pedagogici e culturali che distinguono i tanti gestori delle scuole cattoliche e che costituiscono la ricchezza della loro offerta formativa; dall’altro, sul versante più secolare, la relazione e l’attenzione al contesto culturale significa per il docente della scuola cattolica non solo prendere atto della problematica culturale del mondo in cui si vive, delle sue difficoltà e dei suoi bisogni, ma richiede soprattutto uno speciale sforzo dell’intelligenza e della volontà per essere capaci di proporre una sintesi feconda tra fede e cultura, fede e vita, vissuta nella propria persona e proposta come orizzonte culturale del proprio insegnamento e dell’intero progetto educativo e culturale della scuola.
In secondo luogo, merita particolare attenzione la relazione degli insegnanti con i genitori. Solo condividendo la convinzione che la scuola esercita una fondamentale opera di continuità educativa con la famiglia l’insegnante riesce a contribuire efficacemente al Progetto educativo della scuola cattolica, che presuppone una vera e propria corresponsabilità educativa dei genitori nell’educazione scolastica, fermo restando il rispetto delle competenze professionali degli insegnanti CONSIGLIO NAZIONALE DELLA SCUOLA CATTOLICA, La corresponsabilità educativa dei genitori nella scuola cattolica, 28 febbraio 2007.
Tre tipi di relazione del docente, in particolare, vanno considerate all’interno della comunità scolastica. Anzitutto la relazione educativa insegnante-alunno, a proposito della quale occorre ricordare che l’educatore cristiano si ispira fondamentalmente allo stile di Gesù nei Suoi rapporti con le persone che incontrava. Ciò significa che essa è caratterizzata da alcuni elementi quali, ad esempio l’attenzione e il rispetto per i bisogni autentici degli alunni, l’autorevolezza nell’esercizio dell’autorità, la competenza didattica nell’organizzazione delle attività educative, il rifiuto dell’esagerata richiesta di prestazioni e di “rendimento”, l’assenza di favoritismi.
In merito all’altro elemento caratteristico dell’ambiente comunitario della scuola cattolica, cioè la carità, giova precisare che essa si esprime attraverso l’accoglienza e la fiducia di tutti verso tutti, attraverso il clima democratico che si respira nella scuola, nel rispetto dei compiti di ciascuno, attraverso l’esercizio della giustizia nei confronti di tutti, attraverso la chiarezza e la trasparenza nelle decisioni, attraverso lo spirito di collaborazione.
Da un lato il docente avrà il dovere di fare una proposta culturale specifica (in quanto ispirata ai valori cristiani), dall’altro dovrà necessariamente rispettare la libertà dell’alunno (in coerenza con la libertà di scelta educativa della famiglia). Operando all’interno di una scuola che ha un suo specifico Progetto educativo, l’insegnante – per un rispetto autentico dell’alunno – non soltanto non deve dissimulare e mettere da parte, per quanto ciò possa essere possibile, le proprie convinzioni (che sono sempre convinzioni di una data persona e non enunciati astratti della scienza), ma è tenuto ad essere consapevole di esse e dei valori di fondo che cercherà di proporre in modo convincente ed argomentato. Solo a queste condizioni la scuola cattolica può conseguire l’obiettivo fondamentale di fare in modo che il suo “insegnamento giunga ad essere una scuola di fede, una trasmissione cioè del messaggio cristiano” SACRA CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, La scuola cattolica, cit., n. 43. – naturalmente nel totale rispetto della logica e dei requisiti propri di un’istituzione scolastica.
Tale “dimensione comunitaria nella scuola cattolica non è una semplice categoria sociologica, ma ha anche un fondamento teologico” CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, La Scuola Cattolica alle soglie del terzo millennio, 28 dicembre 1997, n. 18. e si manifesta nel fatto “di dar vita ad un ambiente comunitario scolastico permeato dello spirito evangelico di libertà e carità” CONCILIO VATICANO II, Gravissimum educationis, n. 8..