La scuola cattolica, oggi, in Italia, CEI, 198322.
Dimensione particolarmente importante del progetto educativo della Scuola Cattolica è l’educazione cristiana e, specificamente, l’insegnamento della religione. Tale dimensione è qualificante per l’identità della Scuola Cattolica.
… Con criteri di gradualità e in riferimento alle mete e ai metodi propri dei vari ordini e gradi di scuola, gli alunni devono essere guidati via via ad una conoscenza organica del contenuto della fede e del mistero rivelato, in vista di esperienze sempre più consapevoli e di scelte libere e responsabili.
Legge 25 marzo 1985, n. 121. Ratifica ed esecuzione dell’accordo con protocollo addizionale, firmato a Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modifiche al Concordato lateranense dell’11 febbraio 1929, tra la Repubblica italiana e la Santa Sede
9. – 1. La Repubblica italiana, in conformità al principio della libertà della scuola e dell’insegnamento e nei termini previsti dalla propria Costituzione, garantisce alla Chiesa cattolica il diritto di istituire liberamente scuole di ogni ordine e grado ed istituti di educazione. A tali scuole che ottengono la parità é assicurata piena libertà, ed ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole dello Stato e negli altri enti territoriali, anche per quanto concerne l’esame di Stato.
2. La Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado. Nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità educativa dei genitori, é garantito a ciascuno il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento. All’atto dell’iscrizione gli studenti o i loro genitori eserciteranno tale diritto su richiesta dell’autorità scolastica, senza che la loro scelta possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione.
Scuola e IRC, Consiglio nazionale della scuola cattolica, 2004
3. Significato della presenza dell’IRC nella scuola – e nella scuola cattolica in particolare.
Sono almeno tre le motivazioni che giustificano la presenza dell’IRC all’interno della proposta educativa offerta dalla scuola cattolica:
– il valore che ha in sé la cultura religiosa;
– il fatto che la religione cattolica è parte essenziale della cultura del popolo italiano;
– il particolare tipo di Progetto educativo che, in quanto si ispira al Vangelo, esige intrinsecamente un insegnamento specifico della religione cattolica.
Le prime due motivazioni, espressamente richiamate nell’Accordo di Revisione del Concordato tra la Santa Sede e lo Stato italiano, valgono per ogni tipo di scuola; la terza vale in modo specifico per la scuola cattolica e fa comprendere perché l’IRC costituisce una “dimensione particolarmente importante” del suo Progetto educativo.
Tale importanza, si sottolinea nel documento La scuola cattolica, è in rapporto alla «missione specifica [della scuola cattolica] – che è di trasmettere in modo sistematico e critico la cultura alla luce della fede e di educare il dinamismo delle virtù cristiane, promovendo così la duplice sintesi tra cultura e fede e tra fede e vita»13. Più avanti si aggiunge che «tale insegnamento… deve essere impartito nella scuola in maniera esplicita e sistematica, perché nella mente degli allievi non si crei uno squilibrio tra cultura generale e cultura religiosa. Tale insegnamento si diversifica fondamentalmente dagli altri perché il suo fine non è la semplice adesione dell’intelletto alle verità religiose, ma l’adesione di tutto l’essere alla persona di Cristo» La scuola cattolica e l’IRC.
Il richiamo delle motivazioni che giustificano la presenza dell’IRC nella scuola cattolica porta a concludere che in tale scuola è ragionevole chiedere che tutti coloro che la frequentano «accettandone il progetto educativo»15 si avvalgano di questo insegnamento collocato, per la sua valenza culturale, tra le attività didattiche/discipline previste per norma nel quadro orario obbligatorio.
- IRC e carattere multiculturale della scuola cattolica
Quanto appena affermato porta immediatamente a considerare un aspetto relativamente nuovo della scuola – e anche della scuola cattolica – in Italia: la crescente caratterizzazione in senso multiculturale che va assumendo in questi anni la popolazione scolastica che la frequenta. Lo ricordava Giovanni Paolo II quando sottolineava che ci troviamo di fronte a persone provenienti da altri continenti, «bisognose di accoglienza e solidarietà, ma anche portatrici di valori culturali e spirituali che l’insegnamento della religione non può trascurare, sia per l’universalità del fatto cristiano, sia per i concreti problemi di convivenza che si pongono» GIOVANNI PAOLO II, Discorso ai partecipanti … 1997.
È naturale allora interrogarsi come conciliare il rispetto delle convinzioni religiose degli alunni appartenenti a religioni diverse da quella cattolica e la fedeltà che una scuola di tendenza – come quella cattolica – deve necessariamente garantire se vuole conservare la sua identità e non tradire le aspettative di coloro che la scelgono proprio per il suo specifico orientamento valoriale.
Come si è precisato nella sezione precedente, deve essere chiaro anzitutto che il problema non si pone soltanto nel momento in cui la scuola propone l’IRC, ma anche – e soprattutto – per ogni momento dell’attività educativa, in quanto è appunto questa proposta nella sua globalità che ha una sua specificità e mira a creare negli alunni atteggiamenti mentali ed operativi orientati in senso cristiano. È naturale, comunque, che il problema si ponga in modo diverso a seconda dei diversi gradi scolastici.
Così si esprime la Congregazione per l’Educazione Cattolica: «Le scuole cattoliche sono anche frequentate da alunni non cattolici e non cristiani. Anzi, in certi paesi, essi sovente costituiscono una larga maggioranza. Il concilio ne aveva preso atto. Sarà quindi rispettata la libertà religiosa e di coscienza degli alunni e delle famiglie. È libertà fermamente tutelata dalla Chiesa. Da parte sua, la scuola cattolica non può rinunciare alla libertà di proporre il messaggio evangelico e di esporre i valori dell’educazione cristiana. È suo diritto e dovere. Dovrebbe essere chiaro a tutti che esporre o proporre non equivale ad imporre. L’imporre, infatti, contiene una violenza morale, che lo stesso messaggio evangelico e la disciplina della Chiesa risolutamente escludono»1Dimensione religiosa… 1998, n.6.
Coerentemente con quanto appena richiamato tutte le scuole cattoliche dovrebbero orientarsi in base alle seguenti indicazioni:
– l’IRC è inscindibilmente legato al Progetto educativo che caratterizza e contraddistingue ogni scuola cattolica, è doveroso e legittimo quindi chiedere che tutti gli alunni, anche quelli appartenenti ad altre culture e religioni, se ne avvalgano e siano disponibili a confrontarsi con una riflessione culturale sul dato religioso quale appunto è, per sua natura, l’IRC, salvo eccezioni legate a situazioni particolari19;
– in organico collegamento con tale Progetto educativo, ogni scuola cattolica potrà attivare e proporre ai propri alunni (oltre che a genitori e docenti) esperienze formative riguardanti specificamente l’educazione religiosa e l’espressione vissuta della propria fede (ad esempio momenti formativi-spirituali, esperienziali, liturgici ecc.). Queste attività, scelte da ciascuno nel rispetto della propria libertà di coscienza, sono proposte anche allo scopo di favorire un maggior collegamento con la vita della Chiesa locale, o per rispondere a richieste specifiche da parte delle famiglie, nel rispetto della loro appartenenza culturale e religiosa; inoltre esse possono contribuire comunque a personalizzare sempre più l’offerta formativa di ciascuna scuola.
22. Affermano i Vescovi italiani: «Sempre da un punto di vista didattico, si dovrà sviluppare la metodologia di rigore critico e culturale propria dell’insegnamento scolastico, precisare il rapporto da instaurare tra l’insegnamento della religione e le altre discipline scolastiche, e tra questo insegnamento e i momenti celebrativi e formativi-spirituali che la scuola potrà proporre. È infatti importante che, sempre nel rispetto della libertà e della gradualità del cammino di ciascuno, la Scuola Cattolica preveda per i propri membri – alunni, docenti, genitori – occasioni permanenti di esperienza religiosa (momenti di preghiera, celebrazioni, ritiri ed esercizi spirituali, impegni di carità…), organicamente inserite nel progetto educativo e nella programmazione d’insieme e non sovrapposte alla vita della scuola, nelle sue specifiche finalità didattiche e culturali»
L’aderenza a specifiche situazioni locali (ad esempio, una scuola dell’infanzia di ispirazione cristiana è l’unica scuola presente sul posto, una forte presenza di alunni appartenenti ad altre culture e religioni…) suggerirà le modalità più opportune di attuazione di queste disposizioni generali. È sempre indispensabile un dialogo con le famiglie e gli alunni per ascoltare e comprendere la loro sensibilità, le loro attese e, nello stesso tempo, per offrire un’informazione corretta che aiuti a cogliere il valore del Progetto educativo della scuola e, coerentemente, il significato dell’IRC in quanto parte essenziale di questo progetto. Sempre l’attenzione a particolari situazioni locali potrà suggerire l’opportunità di scelte diverse rispetto a quanto si prospetta in questo Sussidio circa l’obbligo di avvalersi dell’IRC.
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Intesa MIUR-CEI per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, 2012
1. INDICAZIONI DIDATIICHE PER L’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA
1.1. Premesso che l’insegnamento della religione cattolica è impartito, nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni, secondo indicazioni didattiche che devono essere conformi alla dottrina della Chiesa e collocarsi nel quadro delle finalità della scuola, le modalità di adozione delle indicazioni didattiche stesse sono determinate da quanto segue.
2. MODALITÀ DI ORGANIZZAZIONE DELL’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA
2.4. Nelle scuole dell’infanzia sono organizzate specifiche e autonome attività educative in ordine all’insegnamento della religione cattolica nelle forme definite secondo le modalità di cui al punto l. Le suddette attività sono comprese nella progettazione educativo-didattica della scuola e organizzate, secondo i criteri di flessibilità peculiari della scuola dell’infanzia, in unità di apprendimento da realizzare, anche con raggruppamenti di più ore in determinati periodi, per un ammontare complessivo di sessanta ore nell’arco dell’anno scolastico.
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Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Settembre 2012.
Con le Indicazioni nazionali s’intendono fissare gli obiettivi generali, gli obiettivi di apprendimento e i relativi traguardi per lo sviluppo delle competenze dei bambini e ragazzi per ciascuna disciplina o campo di esperienza. Per l’insegnamento della Religione Cattolica, disciplinata dagli accordi concordatari, i traguardi di sviluppo delle competenze e gli obiettivi di apprendimento sono definiti d’intesa con l’autorità ecclesiastica.
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La scuola cattolica risorsa educativa della chiesa locale per la società. Nota pastorale. Conferenza Episcopale Italiana 2014.
- L’insegnamento della religione cattolica è dimensione qualificante del progetto educativo di una scuola cattolica. Per questo motivo tale insegnamento non può essere assente dai suoi curricoli, né è lecito pensare che possa essere sostituito dall’orientamento cristiano di tutta l’attività educativa della scuola. La specifica identità scolastica di questo insegnamento costituisce al contrario un contributo quanto mai idoneo all’avvio di una riflessione culturalmente strutturata, oltre che sul fenomeno religioso, sull’incidenza anche culturale della fede cattolica nella vita delle persone e nella storia della nostra civiltà. In questo senso l’insegnamento della religione cattolica deve essere fatto oggetto di particolare attenzione nella programmazione degli insegnamenti delle scuole cattoliche; sarà anzi opportuno che la quota oraria riservata a questo insegnamento nei curricoli ordinari venga in essi potenziata, a dimostrazione tangibile del valore della cultura religiosa.
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Conferenza Episcopale Italiana, Educare alla vita buona del Vangelo. Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020, 2010.
L’insegnamento della religione cattolica permette agli alunni di affrontare le questioni inerenti il senso della vita e il valore della persona, alla luce della Bibbia e della tradizione cristiana. Lo studio delle fonti e delle forme storiche del cattolicesimo è parte integrante della conoscenza del patrimonio storico, culturale e sociale del popolo italiano e delle radici cristiane della cultura europea. Per questo motivo «la scuola e la società si arricchiscono di veri laboratori di cultura e di umanità, nei quali, decifrando l’apporto significativo del cristianesimo, si abilita la persona a scoprire il bene e a crescere nella responsabilità, a ricercare il confronto ed a raffinare il senso critico, ad attingere dai doni del passato per meglio comprendere il presente e proiettarsi consapevolmente verso il futuro» (BENEDETTO XVI, Discorso agli insegnanti di religione cattolica, 25 aprile 2009).